Il satellite GAIA dell’ESA che per la prima volta ha visto la barra centrale della Via Lattea in una ricostruzione artistica (fonte: ESA)

Con l’ausilio di vari metodi d’indagine si riesce a conoscere molto delle galassie che circondano la nostra Via Lattea, ma – e ciò sembra un paradosso – la cosa è più complicata per la nostra Via Lattea. Ciò ha una spiegazione, e risiede nel fatto che in primis osserviamo il nostro disco stellare dal di dentro, con una prospettiva ben poco felice, ed in secondo luogo perché molte regioni sono a noi nascoste da nubi di polvere più scure che impediscono fisicamente la visione di quanto è da queste nascosto. Per conoscere meglio la nostra città stellare, si è proceduto nel tempo al lancio di varie sonde con lo scopo di racimolare dati sempre più precisi sui parametri del maggior numero di stelle possibile.

Nel 2013 l’ESA lancia GAIA (Global Astrometric Interferometer for Astrophysics), un satellite disegnato apposta per questo scopo, ovvero “contare” stelle e determinarne parametri fotometrici, orbitali, di velocità, ecc. In effetti GAIA, da questo punto di vista, è un clamoroso successo, superando di vari ordini di grandezza il numero di stelle studiate e la precisione dei risultati delle precedenti missioni. GAIA, infatti, ha un’accuratezza senza precedenti per ciò che concerne la misurazione delle distanze stellari con il metodo della parallasse fino al centro galattico, a circa 5000 parsec di distanza nella costellazione del Sagittario, con una precisione del 90%. In 22 mesi di osservazione, ricapitolano all’ESA, ha effettuato misure fotometriche di quasi due miliardi di stelle, stabilito il moto proprio e la parallasse di poco più di un miliardo di esse, ha misurato parametri astrofisici di oltre 100 milioni e la velocità radiale di oltre 7 milioni di stelle.
Con questa survey, la DR2 (GAIA Data Release 2), gli scienziati stanno cominciando a mappare la distribuzione di polveri e di stelle nelle vicinanze del bulge della nostra Galassia con una precisione senza precedenti. Un gruppo di ricerca comprendente astronomi del Leibniz-Institut für Astrophysik di Potsdam (AIP) – tra i quali una ricercatrice dell’Osservatorio Astronomico INAF di Trieste, la dott.ssa Cristina Chiappini – e dell’Universitat de Barcelona ha ricostruito per la prima volta in 3 dimensioni, misurando direttamente le stelle che la compongono, la barra centrale della Via Lattea.

Ad onor del vero, questo risultato è stato ottenuto con metodi diversi, combinando cioè le osservazioni di GAIA con quelle di altre survey nell’infrarosso e nell’ottico, effettuate sia da terra che in orbita (Pan-STARRS-1, 2Masse AllWISE), e può essere ulteriormente migliorato dall’aggiunta dei dati di altre survey. Si è infatti in attesa della survey APOGEE, nel vicino infrarosso, che può attraversare senza disturbi le fitte nubi di polveri che coprono gran parte della visuale verso il centro galattico, e della 4Midable-LR del 4-metre Multi-Object Spectrograph Telescope, o 4MOST, il telescopio dell’ESO che si trova sul Paranal, nel Cile settentrionale.

Ricostruzione 3D della barra al centro della Via Lattea ottenuta dall'analisi dei dati del satellite GAIA

Tornando ai dati, la distribuzione stellare dedotta dalla loro analisi mostra un consistente addensamento di stelle che coincide con la posizione prevista della barra centrale della Via Lattea, inclinata di 40° rispetto all’azimut solare e con un semiasse maggiore di circa 4 kPc (1 kPc = 3260 anni luce).
Va rimarcato che questa è la prima volta che si “vede” la barra centrale della Via Lattea a partire semplicemente dai dati di distribuzione della densità stellare. Inoltre, lo studio conferma la barra centrale anche considerando i dati cinematici, ovvero i dati relativi al movimento delle stelle che formano la barra centrale, e pone le basi per altri tipi di studi più dettagliati, come la mappatura della distribuzione tridimensionale delle polveri all’interno della Via Lattea.

Il video mostra la distribuzione di 150 milioni di stelle nella Via Lattea sondate utilizzando i dati della seconda versione della missione Gaia dell’ESA in combinazione con sondaggi infrarossi e ottici. Le tonalità arancioni e gialle che indicano una maggiore densità di stelle. La maggior parte di queste stelle sono giganti rosse. Mentre la maggior parte delle stelle tracciate si trova più vicino al Sole (la chiazza arancione/gialla più grande nella parte inferiore dell’immagine), è visibile anche una struttura grande e allungata popolata da molte stelle regione centrale della galassia: questa è la prima indicazione geometrica della barra galattica. Le due strutture che si “allontanano” dal grafico rappresentano una “coda” di stelle (il cui studio va ulteriormente approfondito) in direzione delle due Nubi di Magellano, le due galassie satelliti della Via Lattea.