La sequenza di discesa e di atterraggio del lander e del rover della missione ExoMars, in partenza per Marte nel luglio 2020 (fonte: ESA)
Siamo sempre pronti a decantare le virtù della nostra terra d’origine, che molto più spesso di quanto si pensi sfuggono al veloce quanto superficiale adagio del “pizza, spaghetti e mandolino”… La nostra terra è infatti fucina di grandi talenti in tutti i campi, non da ultimo quello scientifico.
A conferma di ciò, è di questi giorni la notizia di un piccolo quanto sofisticato prodotto dell’ingegno di un gruppo di ricerca che fa capo all’Osservatorio di Capodimonte, in partenza prima per Mosca, poi per Cannes ed infine per Baikonur, dove sarà imbarcato su un Proton-M e partirà alla volta di Marte nel luglio 2020.
MicroMED, è questo il nome del sofisticato pacchetto (Micro Martian Environment Dust Systematic Analyzer), è un analizzatore di polveri di dimensioni comprese tra 0,2 e 10 micron, che farà parte del Dust Complex della Exo Mars, ed avrà il compito di misurare densità e dimensioni delle polveri sospese nell’atmosfera marziana che si muovono in prossimità della superficie.
Ma non solo, poiché verificando insieme ad altri strumenti del Dust Complex se il sollevamento di tali polveri sia accompagnato dalla presenza di un campo elettrico atmosferico, contribuendo alla produzione di scariche elettriche, avrà un ruolo decisivo nell’elaborazione di modelli climatici del pianeta rosso. Per ultimo, ma non per importanza, effettuando le misurazioni nelle vicinanze della superficie, sarà utilissimo per comprendere fenomeni che interesseranno direttamente le future missioni robotiche e umane.
(Fonte: Media INAF)
A Mosca, il piccolo e leggero MicroMED, di cui responsabile scientifico e la Dott.ssa Francesca Esposito dell’Osservatorio di Capodimonte, sarà integrato per l’appunto nel Dust Complex (sotto il controllo di un team di ricerca russo), quindi tale suite di strumenti sarà spedita a Cannes, dove sarà integrata nella Surface Platform di ExoMars, e infine rispedito in Russia, questa volta a Baikonur, per il lancio. Alla realizzazione tecnica hanno contribuito diverse imprese italiane, tra le quali la Gestione Silo, di Firenze, e le imprese Marotta e TransTech, eccellenze tecnologiche rispettivamente di Cercola e di Napoli.