I tre uomini erano lì, sul ponte principale della grande nave, orgogliosamente in piedi, fieramente stremati. Storditi dal lungo viaggio e dal caloroso tripudio dei presenti, avevano trovato un attimo per guardarsi indietro, guardare quell’oceano che li aveva accolti e ripensare alla memorabile impresa. Ce l’avevano fatta, si erano spinti più lontano di chiunque mai prima di loro, sfidando situazioni mai sperimentate, pericoli mai affrontati, ed erano tornati indietro per testimoniarlo. I loro nomi erano ormai vergati a fuoco nel grande libro della storia, erano veri eroi. Tutte le più alte autorità erano lì su quella nave per omaggiare loro, tre piccoli uomini di estrazione sociale diversa, diverso bagaglio culturale, diverse esperienze di vita, ma accomunati dall’essere moderni semidei, dall’essere immortali. Dopo quelle incredibili gesta era finalmente tempo di abbandonarsi al meritato omaggio delle folle. Avrebbero ripetuto il viaggio? Chissà, ma se non loro, di certo altri li avrebbero seguiti di lì a poco, altri avrebbero calcato quel suolo straniero, altri avrebbero ripiantato quella bandiera…

Eppure, già poco tempo dopo il loro arrivo c’era chi quel viaggio lo metteva in dubbio. Troppo complesso per le tecnologie dell’epoca, con troppe cose che potevano andare storte, troppi punti oscuri. Ed anche le prove riportate… ma insomma, questa nazione che si credeva il centro del mondo, questi tre omuncoli truffaldini, a chi volevano darla a bere? Uno era pure nato in Italia, e si sa quante balle raccontano, questi italiani…

Una schiera sempre più folta di detrattori cominciò a passarsi la voce, a proporre teorie, a raccogliere prove. Complottisti, terrapiattisti, pseudoscenziati unirono i loro sforzi e cominciarono a smontare pezzo per pezzo tutto il viaggio. Una cosa era certa per costoro: non ci erano mai arrivati. Partiti sì, tutti li avevano visti salire a bordo e lasciare la terraferma, ma non erano mai giunti a destinazione. Semplicemente, in un punto imprecisato del viaggio, quando erano abbastanza lontani, avevano atteso qualche tempo per non destare sospetti e poi avevano invertito la rotta per ritornare a casa, a rubare gloria immeritata. Anche quello che avevano riportato indietro… suvvia, tutto riproducibile da qualche artigiano discreto, da qualche artista di non troppo talento… Il più grande Paese del tempo, che così tanto aveva investito in termini di propaganda e di moneta, non poteva permettersi un fallimento. Erano molti quelli che, già molto prima del viaggio, già quando l’idea fu prospettata, credevano che quel progetto fosse irrealizzabile. Un insuccesso, poi, sarebbe stato uno smacco politico e militare irrecuperabile, in un contesto storico così delicato, così fragile, da esitare in guerre devastanti a cadenza quasi ventennale…

Insomma, le motivazioni per inscenare il teatrino del primo uomo a mettere piede in un nuovo mondo c’erano tutte. Ma loro erano lì per questo! Avrebbero mostrato a tutti la verità, perché questi ciarlatani potevano farla in barba al mondo intero, ma non certo a loro!
Altro che eroi, altro che immortali, i due fratelli Pinzon e Cristoforo Colombo – e la Spagna che li appoggiava – erano i più grandi impostori della storia…