L’avvicinamento all’opposizione del 13 ottobre 2020 implica un aumento del diametro apparente del pianeta Marte al telescopio, che rende più facilmente risolvibili i dettagli superficiali, come le bande chiare e scure e l’evidente polo sud marziano, rivolto in questa fase verso la Terra (Image Credit: NASA, modificata)

Il 13 ottobre prossimo, Marte sarà in opposizione. Ciò significa che si verrà a trovare dallo stesso lato del Sole in cui si troverà la Terra, e che Sole, Terra e Marte stesso si troveranno su un’unica linea. Questa precisazione è necessaria in quanto opposizione non significa necessariamente maggior vicinanza, ed infatti il momento di maggior vicinanza tra Terra e Marte, quest’anno, è stato lo scorso 6 ottobre, quando i due corpi si trovavano ad una distanza di poco inferiore ai 63 milioni di km, Fino al prossimo 2035, Marte e la Terra non saranno più così vicini. L’opposizione, d’altro canto, implica una maggiore luminosità del pianeta, che infatti in questi giorni è il quarto oggetto più brillante dell’intero cielo, dopo Sole, Luna e Venere, superando persino il gigante Giove, che è ancora visibile nel cielo della prima serata insieme a Saturno.

Marte in opposizione e congiunzione

Le due differenti geometrie Sole-Terra-Marte in opposizione e in congiunzione.

Altra conseguenza di questa geometria è che il pianeta sorge al tramonto dal lato opposto al Sole, cioè ad est, e diventa altissimo nel cielo intorno alla mezzanotte, restando assoluto protagonista del cielo per tutta la notte.

Per quanto concerne le osservazioni ad occhio nudo, tale vicinanza si traduce “solo” in un notevole aumento di luminosità, ma non lo vedremo più grande, resterà sempre un puntino, per quanto brillante come un rubino, visto il suo colore rossastro. Ma al telescopio è assolutamente apprezzabile il suo aumento di diametro, come si vede nell’immagine che apre questo articolo, che a queste “minime” distanze implica una visione dei dettagli superficiali molto più agevole. Sarà possibile risolvere con più facilità le zone chiare e scure della superficie e anche osservare il polo sud del pianeta rosso, che è in questa fase rivolto verso la Terra, bianco e brillante grazie alla riflessione dei raggi solari dovuta alle grandi distese di ghiaccio secco (anidride carbonica congelata).

Ancora, considerando che il periodo di rotazione della Terra e di Marte differisce solo di 40 minuti (23 ore, 56 minuti e spiccioli sulla Terra, 24 ore, 37 minuti e spiccioli per Marte), ogni notte sarà possibile vedere una nuova piccola fetta di pianeta rosso. Ipotizzando nottate serene (e già da stasera Giove Pluvio, forse invidioso per essere stato surclassato dal figlio, promette pioggia a cataste, come si dice da noi), è possibile osservare l’intero pianeta in poco meno di tre settimane.

Posizione attuale di alcuni oggetti del sistema solare

La posizione all’11 ottobre 2020 di alcuni oggetti del Sistema Solare. Si può osservare la posizione relativa della Terra e di Marte rispetto al Sole in questa fase di opposizione (fonte: NASA, modificata)

A beneficiare di questa particolare geometria sono anche le sonde in viaggio in questo momento verso il pianeta rosso, tra le quali spicca la Mars 2020 con a bordo il rover Perseverance della NASA, che “ammarterà” nel febbraio prossimo portando con sé per la prima volta anche un drone elicottero, Ingenuity. Ma occhio anche ai “nuovi” Paesi che puntano all’esplorazione di Marte. In viaggio ci sono infatti anche la sonda el Amal (Speranza) degli Emirati Arabi Uniti e la cinese Tianwen-1, anch’essa con un orbiter, un modulo di discesa ed un rover. Si apre quindi una nuova ed eccitante fase dell’esplorazione del pianeta rosso, in attesa di un viaggio umano verso Marte che si sperava fosse in occasione della prossima opposizione favorevole del 2035, ma che sarà purtroppo spostato in avanti di parecchi anni.