La missione Mars Odyssey alla ricerca dell’acqua su Marte (fonte: NASA Astrobiology).

La Mars Odyssey, la sonda lanciata il 7 aprile del 2001 e destinata a studiare Marte per almeno i prossimi tre anni, sta cominciando a spedire a Terra i primi risultati scientificamente rilevanti, risultati che i membri dei vari gruppi di ricerca che lavorano al progetto definiscono “… la punta dell’iceberg”.

Tra i dati più significativi di questi primi giorni di missione (le prime immagini sono state rilasciate il primo marzo scorso…) annoveriamo certamente quelli che mostrano l’abbondanza significativa di idrogeno nella regione polare sud del pianeta rosso, idrogeno dovuto alla presenza di una quantità non specificata di ghiaccio d’acqua.

Suolo marziano con presenza di ghiaccio d'acqua nella regolite

Il suolo marziano con alta presenza di idrogeno (indice di presenza di ghiaccio d’acqua nella regolite) è rappresentato con tonalità di blu (fonte: NASA / JPL / Università dell’Arizona).

C’è comunque da dire che le fonti in grado di giustificare la presenza di idrogeno non si limitano solo al ghiaccio d’acqua, ma questo è di sicuro il candidato più probabile.

La rilevazione dell’idrogeno nei primissimi metri di superficie marziana è stata compiuta mediante il rilevatore di neutroni ad alta energia e dallo spettrometro, ma servirà proseguire con la mappatura del pianeta per poter giungere ad una quantificazione precisa della massa acquosa congelata. C’è comunque chi si sbilancia, sostenendo che una quantità simile a quella rilevata al polo sud del pianeta sia presente anche al polo nord.

La sonda trasporta anche altri esperimenti in grado di chiarire la presenza di acqua su Marte. E’ il caso del THEMIS (Thermal Emission Imaging System), progettato per aiutare gli scienziati a decifrare la struttura mineralogica del pianeta onde stabilire dove si trovano i minerali in grado di indicare la presenza, passata e presente, dell’acqua.

(Piter Cardone – Pubblicato su “AstroEmagazine” n. 22, Aprile 2002, pagg. 15-16)