L’asteroide 1998 OR2 visto dal radiotelescopio di Arecibo lo scorso 18 Aprile (fonte: Arecibo Observatory/NASA/NSF).

Quasi ogni volta che un asteroide si avvicina al nostro pianeta, a prescindere dalla distanza, deve risuonare una qualche sorta di sirena nelle redazioni giornalistiche perché partono titoli, articoli o post social dal tono allarmistico.
Ma, sul serio, quanto c’è d’aver paura per questi appuntamenti ravvicinati? Vediamo di capirne qualcosa analizzando il caso più vicino a noi in termini di tempo, quello dell’asteroide 1998 OR2 (52768).

L’asteroide 1998 OR2 fa parte della famiglia Amor, una delle tre famiglie di asteroidi (Aten, Apollo e appunto Amor) con orbite che li portano ad avvicinarsi regolarmente al nostro pianeta. Di queste, la famiglia Amor, il cui prototipo è l’asteroide 1221 Amor, è l’unica che non è pericolosa per la Terra (e già questo la dice lunga sul modo di riportare certe notizie), poiché nessuno dei componenti della famiglia interseca l’orbita terrestre, ma ci si avvicinano dal lato esterno, come si può vedere dall’immagine in basso.

L'orbita dell'asteroide 1998 OR2

L’orbita dell’asteroide 1998 OR2. Come si vede, l’orbita della Terra, in azzurro, è interamente compresa all’interno dell’orbita dell’asteroide, senza alcun punto di contatto (fonte: JPL Small Bodies Database).

Parametri orbitali
  • MOID: 0,0154 UA
  • Magnitudine assoluta: 15,9
  • Periodo di rotazione: 4,112 ore
  • Periodo orbitale: 3,68 anni
  • Inclinazione dell’orbita: 5,86°
  • Perielio: 1,018 UA
  • Afelio: 2,38 UA
  • Min. distanza da Giove: 1,207 UA
  • Diametro stimato: 1-4 km

(fonte: JPL Small Bodies Database).

In particolare, l’asteroide 1998 OR2, scoperto dal programma NEAT (Near Earth Asteroid Tracking) di NASA e Jet Propulsion Laboratory nel luglio del 1998, ha un’orbita compresa tra la Terra e la fascia principale degli asteroidi, la cintura di corpi rocciosi che orbita intorno al Sole tra Marte e Giove (i parametri orbitali sono riportati a lato).

Tra i parametri orbitali di 1998 OR2, o di un qualunque asteroide sia tacciato di avvicinarsi troppo alla Terra, quello che deve attrarre l’attenzione è il MOID (Minimum Orbital Intersection Distance), che rappresenta, semplificando, la distanza minima alla quale possono ritrovarsi i due corpi nelle loro orbite attorno al Sole. Come si vede, questo parametro è pari a 0,0154 UA (1 UA, unità astronomica, è pari a 149.597.870.700 metri, approssimata a 150 milioni di km, che è la distanza media della Terra dal Sole), il che significa che 1998 OR2 non si avvicinerà mai a meno di 6 volte circa la distanza Terra-Luna (0,0154 UA = 2,3 milioni di km = 5,98 volte la distanza media Terra-Luna).

Quindi, in tempi scala molto lunghi (milioni di anni), sui quali il calcolo delle perturbazioni subite dall’orbita diventa statisticamente impreciso, questo asteroide non sarà mai pericoloso per la Terra.
In effetti, l’asteroide 1998 OR2 sarà al perigeo alle 11.56 ora italiana del 29 aprile 2020 ad una distanza di 0.042 UA, cioè circa 6,29 milioni di km.

L'asteroide 1998 OR2 ripreso da Gianluca Masi - Virtual Telescope Project

Elaborazione di una singola esposizione di 30 secondi ripresa il 6 marzo 2020 da una delle unità robotiche del Virtual Telescope Project di Gianluca Masi, qualdo l’asteroide 1998 OR2 si trovava a circa 32 milioni di km dalla Terra (foto: Gianluca Masi, Virtual Telescope Project).

Simulazione dell’incontro tra le orbite della Terra e dell’asteroide 1998 OR2 (fonte: NASA Planetary Defense Coordination Office)

Qualche ulteriore dato sull’asteroide 1998 OR2 può essere desunto dalla distanza e dalla luminosità rilevata, da cui risulta un valore per la magnitudine assoluta pari a 15,9. Da questo si può “azzardare” un diametro tra 1 e 4 km. Scriviamo “azzardare”, un termine ben poco scientifico, poiché dell’asteroide non si conosce precisamente l’albedo, ovvero il rapporto tra la quantità di radiazione luminosa che colpisce e quella che viene riflessa. Ragionando sui valori medi di questa classe di corpi celesti e ipotizzando un’albedo medio di 0,15, dalla distanza e dalla magnitudine assoluta si ricava un diametro di circa 2,3 km.

Per avere un’idea delle dimensioni, 1998 OR2 è circa il doppio del Vesuvio, ma tra i due quest’ultimo potrebbe essere certamente più pericoloso nelle prossime migliaia di anni…