Due ricercatori hanno elaborato alcuni dei parametri dell’equazione di Drake, una formula matematica per stimare la probabilità di trovare civiltà tecnologicamente avanzate nella nostra Galassia (© Università di Rochester).

Is there anybody out there? Così cantavano i Pink Floyd 40 anni fa, quando uscì uno degli album più belli e longevi della storia del rock… Era il 1979.
E, a proposito di longevità (come vedremo più avanti), eccola la domanda delle domande. Quella a cui tutti hanno una risposta, spesso indotta dalla propria formazione, scientifica o umanistica che sia, o ancor più spesso dal proprio credo religioso. Ma è possibile dare una risposta scientifica al quesito che ci tormenta dal momento in cui, probabilmente, abbiamo alzato gli occhi al cielo la prima volta?

E’ possibile “stimare” la presenza di civiltà evolute all’interno della nostra Galassia, certo, ma si tratta pur sempre di una stima. Partendo dal presupposto che la Via Lattea contiene dai 200 ai 400 miliardi di stelle, è mai possibile che solo attorno al nostro Sole ci sia un pianeta in cui ci siano forme di vita in grado di porsi domande simili? E spostando l’obiettivo sull’intero universo, è mai possibile che tutte le galassie in esso contenute (se ne stimano tra i 100 e i 1000 miliardi!), ognuna con le sue centinaia di miliardi di stelle, non ospitino qualche forma di vita evoluta, intelligente, tecnologica?

Il primo sforzo di rispondere oggettivamente a questa domanda fu tentato dall’Ordine del Delfino (omaggio agli studi sulla comunicazione di questi intelligentissimi mammiferi marini), un gruppo di radioastronomi e astrobiologi che si riunì agli inizi degli anni ’60 presso il radiotelescopio di Green Bank, in West Virginia. Di quel gruppo faceva parte Frank Drake, colui che scrisse la celebre equazione di Drake, appunto:

N = R* x fp x ne x fl x fi x fc x L

Niente di complesso, dal punto di vista matematico, una semplice moltiplicazione di fattori. Il problema era, ed è tuttora, valutare i singoli parametri…

L'opposizione di Marte sulla torre di Montalto e la Via Lattea nel cielo della Baia di Ieranto (© MiticheStelle)

L’opposizione di Marte sulla torre di Montalto e la Via Lattea nel cielo della Baia di Ieranto (© MiticheStelle)

N è il numero di civiltà extraterrestri nella nostra Galassia con le quali si può stabilire oggi una comunicazione;
R* è il tasso medio con cui ogni anno si formano nuove stelle nella Via Lattea;
fp è la frazione di stelle che possiedono pianeti;
ne è il numero medio di pianeti per sistema planetario in cui si può originare la vita;
fl è la frazione di ne su cui si è effettivamente sviluppata la vita;
fi è la frazione di fl su cui le forme di vita si sono evolute in esseri intelligenti;
fc è la frazione di civiltà extraterrestri “tecnologiche”, in grado cioè di comunicare;
L è la stima della durata di queste civiltà tecnologicamente evolute.

Drake propose una valutazione dei singoli parametri ed una soluzione dell’equazione, ottenendo un valore di 10, cioè stabilendo che fosse verosimile che in quel momento, nella nostra Galassia, ci fossero almeno 10 civiltà tecnologiche contemporanee con le quali era possibile comunicare. Com’è possibile capire, a seconda dei valori dati ai singoli parametri, si possono ottenere valori di N molto diversi. In effetti, le stime più ottimistiche danno per N un valore di 600.000, le più pessimiste di un decimilionesimo. Attualmente, si stima un valore “realistico” (è pur sempre una stima), pari a circa 23, il che è già una notiziona, se pensate che parliamo della sola Via Lattea…

Qui entra in gioco un nuovo studio, pubblicato qualche giorno fa su The Astrophysical Journal, che ha proposto alcuni valori per i parametri più controversi dell’equazione di Drake. Gli autori dello studio si sono concentrati sulla quantità di stelle di popolazione I (le stelle più giovani formatesi nell’Universo, molto ricche di metalli) come il nostro Sole, sulla stima del periodo di tempo in cui il “fenomeno vita” porti ad un essere intelligente (meno o più di 5 miliardi di anni, considerato che la nostra Terra ha circa 4,5 miliardi di anni), e su quanto siano longeve civiltà tecnologiche in grado di trasmettere segnali (l’unico esempio che conosciamo, il nostro, ci dice che durino almeno 100 anni, da quando cioè fu inventata la radio). Ebbene, in base a tutti questi parametri, secondo i due ricercatori attualmente esistono nella nostra Galassia almeno 36 civiltà extraterrestri tecnologiche in grado di comunicare con la nostra. La brutta notizia (perché, maledetto Murphy, c’è sempre una burutta notizia) è che la distanza media tra di esse è di circa 17.000 anni luce…

Un’ultima considerazione che si può fare su questo argomento è che il trovare altre civiltà intelligenti nella Galassia ha notevoli implicazioni sulla durata della nostra. Infatti, se esse sono molte, è più probabile che le civiltà tecnologiche siano durature, che siano più longeve di qualche centinaio d’anni. Al contrario, se il numero è molto basso, potrebbe significare che siamo destinati a durare poco.
Il gioco è in mano a noi, e purtroppo non stiamo giocando al meglio delle nostre possibilità…