Il satellite danese Oersted lanciato per lo studio del campo magnetico terrestre
Da quando, negli anni 1979-80, fu lanciato in orbita per pochi mesi il satellite MagSat, nessun altro satellite ha potuto offrire alla comunità internazionale di studiosi del campo magnetico terrestre i dati che sta fornendo ora il satellite Oersted (v. box). La missione Oersted, che ha caratteristiche orbitali simili alla precedente, permette di confrontare i propri dati con quelli della missione MagSat, al fine di stabilire variazioni nei valori fondamentali che defluiscono il campo magnetico terrestre nel tempo-scala di un ventennio.
I dati raccolti finora dal satellite e analizzati da un team di scienziati dell’Institut de Physique du Globe de Paris hanno permesso di risalire ad un modello in grado di spiegare alcune delle caratteristiche del campo magnetico e diverse anomalie riscontrate (l’inversione del campo magnetico terrestre in grandi zone centrate su Nord America, Europa, Africa, Asia e Australia). Secondo tale modello, battezzato “Institut de Physique du Globe de Paris Field Model” (IPFM), il dipolo magnetico terrestre starebbe invertendosi, ed i primi segnali sarebbero riscontrabili proprio nelle zone anomale su ricordate, in cui il campo magnetico è già invertito.
Componente verticale del campo magnetico terrestre in superficie al 1° Gennaio 2000. La carta, basata sui dati del satellite Oersted, illustra il carattere fortemente dipolare del campo magnetico terrestre, costituito da un emisfero Nord (in rosso), dove le linee del campo “puntano” verso terra, ed un emisfero Sud (in blu) dove le linee del campo magnetico “fuoriescono” dal suolo. Però, se il campo magnetico terrestre fosse esattamente un dipolo Nord-Sud, si dovrebbero osservare variazioni di colore, dal blu-violetto del polo Sud al rosso del polo Nord, che seguono con precisione i paralleli geografici, cosa che invece non è. Ciò dipende dalla estrema complessità del campo magnetico terrestre, non riducibile al concetto di dipolo semplice.
Il fenomeno non è nuovo nella storia della Terra (l’ultima volta fu poco meno di 800.000 anni fa): basti pensare ai risultati dei carotaggi effettuati negli oceani del globo, che hanno stabilito che il fondale originatosi dall’emissione lavica delle dorsali oceaniche è alternativamente orientato in un senso e nel senso opposto, a seconda di quale orientamento avesse il dipolo magnetico terrestre all’atto della solidificazione della lava.
La particolarità dell’interpretazione dei dati forniti dal satellite Oersted sta nella velocità con la quale si sta riducendo l’intensità del campo magnetico terrestre: se il tasso di variazione dovesse continuare con questo ritmo (e se il modello sarà confermato, vista la scarsità dei dati raccolti finora), infatti, l’inversione potrebbe concludersi nell’arco di poco più di due millenni.
IL SATELLITE OERSTED
Il satellite Oersted, lanciato il 23 febbraio 1999, è il primo satellite danese in orbita ed ha il preciso compito di ricavare dai suoi strumenti una mappa precisa del campo magnetico terrestre. Posto su un’orbita di tipo polare (96.5°) e di bassa altezza dal suolo (849 x 613 km), porta con sé diversi strumenti, tra cui un magnetometro per misurare il vettore del campo magnetico ed uno per il campo magnetico scalare, oltre ad un rilevatore di particelle per misurare il flusso di elettroni energetici (0.03-1 MeV), protoni (0.2-30 MeV), e particelle alfa (nuclei di elio di energia compresa tra 1 e 100 Me V) ed uno strumento in grado di determinare con accuratezza la posizione del satellite e fornire dati sulla concentrazione di elettroni della ionosfera, la pressione atmosferica e la temperatura.
(Piter Cardone – Pubblicato su “AstroEmagazine” n. 23, Maggio 2002, pagg. 12-13)