La Cupola della Stazione Spaziale Internazionale

Il 26 aprile scorso alle 8.26 italiane è partita dalla base russa di Baikonur la Soyuz con a bordo il Comandante Yuri Gidzenko (il primo astronauta a ritornare sulla ISS, essendoci già stato per 140 giorni tra il 2000 ed il 2001 con l’Expedition-1, la prima missione a bordo della ISS), l'”astroturista” Mark Shuttleworth e l’ingegnere di bordo Roberto Vittori (v. box) per una missione, chiamata “Marco Polo” per sottolineare la partecipazione dell’ASI e di Vittori, che li porterà sulla Stazione Spaziale Internazionale e che avrà la durata di 10 giorni.

L'equipaggio della missione "Marco Polo" sulla ISS

L’equipaggio della missione “Marco Polo” è composto (da sinistra a destra) dal Sud-Africano Mark Shuttleworth, dal Comandante Yuri Gidzenko e dall’Ingegnere di bordo Roberlo Vittori (Cortesia: First African in Space Project).

Il lancio è stato pressoché perfetto (le Soyuz sono vettori solitamente molto affidabili) ed 8 minuti e 50 secondi dopo è terminato il primo stadio della missione. Alle 8.37 la Soyuz si è inserita nell’orbita che, con ulteriori piccoli aggiustamenti, ha portato la Soyuz ad attraccare alla ISS alle 10.30 di sabato 27 aprile.
Ad aspettare i tre astronauti della missione “Marco Polo” c’erano gli astronauti dell’Expedition Four (Yuri Onufrienko, Dan Bursch, Carl Walz) che vivono sulla ISS dal 4 dicembre scorso. Uno degli scopi della missione è la sostituzione della vecchia capsula di emergenza Soyuz con la nuova che ha portato il nostro Vittori sulla ISS.
La notizia che ha avuto più effetto sull’opinione pubblica è stata senza dubbio quella della partecipazione alla missione del secondo turista spaziale (dopo Dennis Tito, volato sullo Shuttle lo scorso anno) della storia dell’astronautica.

Mark Shuttleworth, miliardario non ancora trentenne che ha fatto la sua fortuna con la vendita di una piccola azienda d’informatica che aveva creato quattro anni prima, ha pagato 20 milioni di dollari per questa “gita”, anche se, bisogna dirlo, se l’è “sudata” con un duro allenamento prima al Johnson Space Center di Houston e poi con otto mesi di addestramento intensivo in Russia.

La missione “Marco Polo” ha numerosi obiettivi scientifici, alcuni dei quali coinvolgono anche l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che sono riassunti nella scheda al termine dell’articolo.
La missione avrà termine il 5 maggio, quando la Soyuz atterrerà nel Kazakhstan nord-orientale, da dove i tre cosmonauti verranno recuperati e trasferiti a Mosca.

Il lancio della Soyuz che ha portato il nostro Roberto Vittori sulla ISS

Il lancio della Soyuz che ha portato il nostro Roberto Vittori sulla ISS.

Roberto Vittori, astronauta ESA

Roberto Vittori, astronauta ESA.

Roberto Vittori è nato a Viterbo il 15 ottobre 1964.
Sposato con Valeria Nardi, ha due figli: Edoardo nato il 14 ottobre 1993, e Davide, nato il 21 giugno 1996.
Pilota collaudatore (ha collezionato 1.500 ore di volo su oltre 40 tipi di aerei), è Tenente Colonnello dell’Aeronautica Militare Italiana, oltre che esperto di sicurezza aerea.
Ha frequentato i corsi delll’Accademia aeronautica di Pozzuoli dal 1985 al 1989 ed ha ottenuto il brevetto di pilota militare in Texas alla base Usaf di Reese nel 1990.
Ha frequentato la United States Navy Test Pilot School di Patuxent River (quella dei “top-gun”), ottenendo il brevetto di pilota collaudatore sperimentatore nel 1995, lavorando poi come pilota per i progetti del centro di prova dell’Aeronautica italiana.
E’ stato istruttore di aerodinamica ad un corso di investigazione sugli incidenti, sempre dell’Aeronautica.
Infine, è stato selezionato per missioni sulla ISS.
I suoi interessi sono l’informatica ed i libri di fisica; gioca a calcio, fa jogging e nuoto.

Gli esperimenti programmati

La missione “Marco Polo” non può essere ricondotta ad un mero “servizio taxi” per la sostituzione della scialuppa di emergenza Soyuz. I giorni di permanenza sulla ISS sono programmati con una severa tabella di marcia allo scopo di realizzare diversi esperimenti scientifici, che vedono anche la collaborazione dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Vediamoli in dettaglio.

Progetto Alteino

Tale esperimento è stato pensato per studiare gli effetti delle particelle cosmiche sulle funzioni cerebrali, visto che molti astronauti hanno riportato ai medici a terra la visione di lampi (fosfeni) probabilmente correlati all’interazione dei raggi cosmici con la retina. L’astronauta sperimentatore sarà dotato di un casco sul quale sono montati un elettroencefalografo (per monitorare l’attività cerebrale) ed un rivelatore di particelle (AST), in modo che sarà possibile correlare al momento esatto della visualizzazione del fosfene il flusso di raggi cosmici a bordo della ISS e l’andamento delle funzioni cerebrali.

Progetto BMI

L’esperimento (BMI sta per Blood Measurement Instrument) consiste nella valutazione di uno strumento non intrusivo in grado di monitorare pressione sanguigna e battiti cardiaci nell’arco di 24 ore. Tale esperimento ha un chiaro fine commerciale, in quanto si prevede di immettere l’apparecchio sul mercato alla fine dei test.

Progetto Chiro

Questo esperimento ha lo scopo di monitorare la riduzione della funzione muscolare in condizione d’assenza di gravità. In particolare, sarà presa in esame la riduzione della capacità prensile della mano degli astronauti dovuta all’influenza dell’assenza di gravità sulla fisiologia della contrazione muscolare. L’astronauta verrà guidato da un Personal Computer allo svolgimento dell’esperimento e si cercherà di valutare oggettivamente il cambiamento nella Massima Contrazione Volontaria durante il volo e sotto l’influenza di stimoli visivi.

Progetto Cogni

Questo esperimento servirà a valutare l’effetto dell’assenza di gravità sul modo in cui l’essere umano percepisce in maniera tridimensionale lo spazio che ci circonda e l’orientamento degli oggetti. E’ capitato infatti a tutti di ruotare il capo per leggere il titolo di un libro posto su uno scaffale o per vedere meglio un oggetto che non era “verticale”, ma visto che in assenza di gravità non c’è un orientamento predefinito per la mancanza del riferimento fornito dalla stessa gravità, si cercherà di valutare la percezione dell’orientamento degli oggetti in modo da correlare i dati con quelli di un analogo esperimento francese dell’anno scorso ed ottenere da più dati maggiori informazioni.

Progetto Vest

Grazie a questo esperimento si collauderà il funzionamento in orbita di abiti disegnati per aumentare il comfort (in termini di temperatura corporea, praticità ed estetica) e ridurre il peso ed il volume dell’abbigliamento degli astronauti. Inoltre, in questo stesso esperimento, tre gruppi di ricerca italiani valuteranno alcuni effetti della radiazione cosmica e dello stress. Per quanto riguarda la prima, un esperimento dell’Università La Sapienza verificherà la presenza di marcatori genetici correlati alla radiazione cosmica, mentre uno dell’Università di Napoli e dell’istituto Nazionale di Fisica Nucleare evidenzierà eventuali aberrazioni cromosomiche nel sangue periferico degli astronauti allo scopo di correlarle ai raggi cosmici onde valutarne il rischio mutageno. Per quanto riguarda lo studio dello stress, verranno monitorati, in un esperimento a cura dell’Istituto Superiore della Sanità, alcuni peptidi importanti (il BNDF e il Nerve Growth Factor scoperto dalla Montalcini) e gli ormoni corticosteroidei, al fine di valutarne il rilascio nel corso di uno stress di lunga durata qual è un volo spaziale.

Importantissimi sono anche gli esperimenti che svolgerà il Sud Africano Mark Shuttleworth, tra i quali la sintesi di proteine virali del virus HIV in regime di microgravità, al fine di cristallizzarle ed analizzarle con la tecnica della diffrazione ai raggi X per conoscerne meglio la struttura, e la valutazione dell’impatto dell’assenza di gravità sullo sviluppo delle cellule staminali e degli embrioni.

(Piter Cardone – Pubblicato su “AstroEmagazine” n. 23, Maggio 2002, pagg. 9-10)