Ricostruzione artistica di una delle sonde Voyager in volo (fonte: Jet Propulsion Laboratory).

Non sembra abbia interessato molti mass-media il fatto che le sonde Voyager siano in viaggio da ormai un quarto di secolo. Eppure, le due sonde sono un vero e proprio trionfo da molti punti di vista: ingegneristico, in quanto costruite oltre 25 anni fa, capaci di resistere alle radiazioni dello spazio interplanetario, capaci di passare attraverso la Fascia Principale degli asteroidi e attraverso la magnetosfera di pianeti come Giove; e scientifico per gli innumerevoli obiettivi raggiunti, molti dei quali nemmeno ipotizzati al momento del lancio.

Le sonde Voyager annoverano nel loro carnet scientifico le scoperte dei vulcani di Io, conferma dell’ipotesi di Stanton Peale riguardo l’effetto delle maree gravitazionali di Giove sul satellite, i satelliti “guardiani” degli anelli di Saturno, che ne modellano la forma e contribuiscono a mantenerla nel tempo, di quasi una cinquantina di nuovi satelliti, della struttura dell’atmosfera di Titano, del misto di superfici nuove e vecchie su Miranda, satellite di Urano, dei velocissimi venti di Nettuno, dei geysers su Tritone, satellite di Nettuno, solo per citarne alcune.

Gli scienziati, però, sperano, a conferma del detto “l’appetito vien mangiando”, di saziare almeno in parte la loro curiosità sul confine dell’eliopausa, ovvero il limite estremo dell’influenza solare, e contano che, molto presto, almeno la Voyager 1, distante dal Sole 85 UA (la Voyager 2 ne dista ora 68), possa essere la prima creatura dell’uomo a “toccare” lo spazio interstellare.

I segnali della Voyager 1 impiegano oramai oltre 12 ore per raggiungere la Terra e molti dati fanno pensare che il confine nel quale il vento interstellare controbilancia quello solare a formare un’enorme bolla attorno al Sistema Solare non sia poi tanto lontano, e la Voyager 1 vi si avvicina di 1.6 milioni di km al giorno: le stime indicano un intervallo di tempo compreso tra 7 e. 21 anni!

Senza dimenticare l’obiettivo ultimo delle sonde Voyager: consegnare ad una civiltà galattica, in un lontano futuro, il fardello più prezioso che si portano dietro: il disco d’oro con incisi suoni e immagini dalla Terra …

(Piter Cardone – Pubblicato su “AstroEmagazine” n. 26, Ottobre 2002, pag. 10)