La cometa interstellare 2I/Borisov osservata dallo Hubble Space Telescope il 12 ottobre 2019 (Credits: NASA, ESA, D. Jewitt dell’UCLA).

E’ di questi ultimi mesi la notizia della scoperta della prima cometa di sicura provenienza interstellare, battezzata di recente 2I (secondo oggetto di provenienza interstellare) /Borisov (dal nome dell’astrofilo Hennadij Borisov che, dalla Crimea, ne ha dichiarato la scoperta lo scorso 30 agosto). Ma cosa sappiamo di questo visitatore interstellare? Cosa abbiamo scoperto osservandolo in queste settimane?

Innanzitutto, la cometa interstellare 2I/Borisov era stata catalogata come una normale cometa, dove con “normale” si intende nata in questo sistema solare e proveniente, come la gran parte di esse, dalla nube di Oort. Approfondendo gli studi sulla sua orbita con l’aumentare delle osservazioni, si è visto invece che la sua eccentricità è molto elevata, pari a e=3,37, il che rende la sua orbita non parabolica, bensì iperbolica, e quindi di sicura provenienza interstellare. In effetti, prolungando all’indietro l’orbita conosciuta, si arriva ad una zona compresa tra le costellazioni di Cassiopea, Perseo e Lucertola. E’ entrata nel Sistema Solare con una velocità altissima, oltre 32 km/s, praticamente doppia rispetto a quella dell’oggetto più veloce costruito e lanciato nello spazio dall’uomo, la Voyager 1.

Lo spostamento tra le stelle della cometa interstellare 2I/Borisov (fonte: NY Times)

Da quello che si evince dalle difficili osservazioni (la reciproca posizione del Sole, della Terra e della cometa la rendono osservabile solo all’alba prima del sorgere del Sole), sembra che il nucleo sia non più grande di 10km di diametro, e che vi sia già una debole coda in direzione antisolare, pur se la cometa si trova ancora a circa 3 UA dal Sole.

A metà novembre la cometa sarà visibile esclusivamente dall’emisfero australe, il 7 dicembre sarà al perielio (sempre troppo debole per essere osservata ad occhio nudo, pur avvicinandosi fino a circa 2 UA dal Sole) e infine si allontanerà nello spazio interstellare.

Lo spettro ottenuto di recente dal Telescopio di 10 metri Canarias, sulle Isole Canarie, è molto simile a quello delle comete già note, ma come è ovvio, la curiosità è stata tanta e molti osservatori si sono messi “in coda” ad osservare la 2I/Borisov.

Tra queste osservazioni si segnala, in un lavoro scientifico in attesa di revisione e pubblicazione, la presenza di diverse molecole nello spettro che copre le lunghezze d’onda del visibile, tra cui spicca per intensità il cianogeno, (CN)2, molto comune negli oggetti cometari che già conosciamo. E’ quindi una conferma che la chimica, la composizione ed i processi chimici a cui questi oggetti soggiaciono sono simili anche in altri sistemi.

La traiettoria della cometa interstellare 2I/Borisov, scoperta il 30 agosto 2019 (fonte: NASA/JPL-Caltech)