In alto, un’immagine del disco di polveri e gas orbitante intorno alla stella beta Pictoris (fonte: Al Schultz del CSC/STScI, NASA).

Alcuni ricercatori sostengono, in un lavoro pubblicato di recente (Nature, 412, 706-708; 2001), di aver scoperto i segni inequivocabili della presenza di una grande quantità di comete in un sistema solare in formazione attorno alla stella beta Pictoris.

Beta Pictoris, distante dalla Terra circa 60 anni luce, è una delle prime stelle attorno alla quale è stata rivelata la presenza di un disco di polveri e gas rotanti, una condizione molto simile a quella che si è verificata 4.5-5 miliardi di anni fa nel nostro Sistema Solare. Anche l’età della stella, pari a circa 20 milioni di anni, conferma che il sistema si trova proprio nelle prime fasi di formazione, ed a questi dati se ne aggiungono altri che indicano la probabile formazione di un sistema planetario.

Alcune precedenti misurazioni nell’infrarosso relative al sistema di Beta Pictoris avevano mostrato bande di emissione dell’idrogeno molecolare e si è tentata la sua osservazione anche nell’ultravioletto lontano. Il gruppo di ricercatori ha utilizzato la sonda FUSE (Far Ultraviolet Spectroscopic Explorer) della NASA ed i dati che li hanno portati ad ipotizzare la presenza di una grande quantità di comete si riferiscono al fatto che lo strumento non ha rilevato la presenza di idrogeno molecolare; questo dato, insieme ad una ricerca precedente nella quale si dimostrava nello stesso sistema la presenza di una gran quantità di monossido di carbonio (CO), è indice di una situazione esattamente opposta a quella che l’esperienza fatta su altre nubi di gas rotanti attorno altre stelle avrebbe permesso di ipotizzare.

Le stelle, infatti, tendono a distruggere il CO e ad espellerlo dal sistema nel giro di poche centinaia di anni dalla propria nascita. Per spiegare questa presenza, quindi, i ricercatori hanno dovuto ipotizzare un sistema in grado di rilasciare lentamente CO onde compensarne il tasso di distruzione. Allo stesso modo, bisognava ipotizzare anche un sistema in grado di mantenere “legato” l’idrogeno molecolare, che normalmente si trova in concentrazioni 100.000 volte superiori a quello del CO (il rapporto CO/H2 misurato nel disco di Beta Pictoris è maggiore di 6×10-4).

Un’ipotesi in grado di spiegare entrambi questi fatti è la presenza di un’alta concentrazione di comete nel sistema di beta Pictoris, un po’ come nel Sistema Solare oltre l’orbita di Plutone: in questo modo, ci sarebbe una fonte in grado di rilasciare lentamente e continuamente CO e di mantenere legata come ghiaccio d’acqua una grande quantità di idrogeno
molecolare.

(Piter Cardone – Pubblicato su “AstroEmagazine” n. 19, Settembre 2001, pag. 9)